Michele Serra ci ricorda che il pregiudizio e, qualche volta, il non essere a conoscenza dei fatti, sono, nella storia umana, un fattore purtroppo notevole. Glielo spiego io (forse meno autorevole di Gad Lerner ma sicuramente portavoce di molti sentimenti comuni tra gli ebrei italiani) perché questi inviti di Netanyahu a trovare rifugio in Israele non concedono al terrorismo proprio niente. Sono semplicemente una patente di salvezza per chi si sveglia al mattino con l’idea di fare ritardare i propri figli a scuola, perché il momento più pericoloso per un bambino italiano ebreo o ebreo italiano, e’ quello dell’entrata e dell’uscita. Per chi, recandosi in un luogo di culto deve superare soldati, porte blindate e telecamere. Per chi va fare la spesa nei negozi kasher guardandosi avanti, dietro e di fianco. Provino i giornalisti a girare per qualche giorno con la kipa’ in testa e provare l’ebbrezza di sentirsi la saliva di chi non li ama pur non avendoli mai conosciuti, arrivare a fontana sul viso accompagnata da imprecazioni (se gli va bene) contro la loro religione. Provi per credere, signor Serra. E poi capirà perché ognuno di noi, ebreo europeo o europeo ebreo, con ancora i racconti dei nostri nonni che risuonano dentro alle orecchie, si sente sì europeo, ma da ebreo trema. Immagini un continente in cui la metà delle vittime del terrorismo si chiamano Serra. In cui i Serra vengono ammazzati davanti ai loro luoghi d’incontro, nei negozi che frequentano. Non si guarderebbe intorno alla ricerca di un posto dove i Serra possano vivere più tranquilli? Dove un Serra si possa svegliare al mattino e pensare al menù della sera invece che a iscriversi a corsi di autodifesa?
Noi siamo ebrei, lo sono anche quelli che a volte se lo vogliono dimenticare. Il mondo ce lo ricorda periodicamente, in una triste e terribile parabola dall’andamento ciclico. Il patto sociale tra i concittadini sicuramente esiste, altrimenti nessun ebreo sarebbe tornato a calpestare il suolo macchiato di sangue ebraico da Mussolini e Hitler. Però si fermi un attimo e legga i commenti al suo articolo. Capirà che anche tra i miei, i suoi, concittadini, ce ne sono molti che demonizzano Israele, solo perché stato degli ebrei, quando in tutti i paesi circostanti le decapitazioni sono all’ordine del giorno. Legga i commenti e si immedesimi in noi, ebrei fieri di essere italiani dal 1300, che abbiamo già rischiato una volta di sparire da questo suolo. C’è un unico posto al mondo dove essere ebrei non è più rischioso che attraversare la strada con il rosso.
Cara Gheula,
Credo che il discorso di Netanyahu irriti particolarmente la sensibilità degli intellettuali europei: l’Europa multiculturale e multietnica non riesce ad accettare una parte di sé. Cercano nelle politiche israeliane (delle quali non entro nel merito) un’assoluzione alle proprie mancanze e gravissime negligenze.
L’antisemitismo europeo risulta ancora più odioso perché implica l’odio per le famose radici “giudaico-cristiane” tanto care a tutti, salvo poi essere dimenticate l’indomani.
Ogni giorno l’Europa e l’Italia dimenticano che la cultura ebraica é parte integrante del suo prezioso patrimonio: senza gli ebrei non avremmo la medicina, non conosceremmo Aristotele e non avremmo il concetto di eguaglianza davanti alla legge (per citare alcune delle fondamenta dell’idea di “occidente”).
Spero con tutta me stessa di non assistere mai all’Esodo degli ebrei europei verso Israele: implicherebbe il doloroso e totale fallimento dell’Europa in cui credo e in cui voglio vivere.
Non posso assistere in silenzio alla vittoria dell’ignoranza, spero di poter contribuire alla diffusione della conoscenza della cultura ebraica, che amo moltissimo e che proteggerò finché avrò fiato.
Con la speranza di averti infuso un po’ di speranza ti abbraccio!
Francesca M.
Cara Gheula,
Credo che la proposta di Netanyahu sconvolga i “benpensanti” proprio per la sua accusa: i cittadini europei non sono stati in grado di proteggere e accogliere una “parte di loro”. Si cerca di trovare nelle politiche di Israele (delle quali non voglio entrare nel merito) una scusa delle proprie mancanze e gravi negligenze.
Qualsiasi discorso antisemita é gravissimo, implica l’odio per una comunità che (almeno in Italia) é presente da prima della diffusione del cattolicesimo. In definitiva implica l’odio per una parte di sé (le famose radici “giudaico-cristiane”, aggettivo che all’occorrenza piace a tutti, salvo poi dimenticarsene l’indomani).
In cuor mio, da “laica benpensante”, mi auguro di non assistere ad un “Esodo” degli ebrei europei verso Israele: sarebbe la dimostrazione del fallimento totale dell’Europa. A questo proposito posso solo impegnarmi personalmente nella diffusione della conoscenza di una cultura antichissima che amo e proteggerò fino a che avrò fiato.
Spero di averti dato un briciolino di speranza…
Grazie, scritto con grande forza, coraggio e pieno di verità.
Così vero, e Serra non è da solo, ahimé!
ZVIKA KLEIN GIORNALISTA
10 ore in giro per Parigi con la kippah in testa…
https://www.youtube.com/watch?v=xm_LBkxv0H8
ben scritto, brava
Serra finge di vivere in un continente che sta combattendo i terroristi non in uno che intende rimuovere ciò e chi urta la loro “sensibilità”.
COME SEMPRE, braaaaaava! Ada Orefice
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