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Lettera a mio figlio. Da aprire il giorno dopo il matrimonio

By Marzo 7, 2018No Comments

Caro amore mio,

Quaranta giorni prima che l’anima scenda nel mondo una voce nei cieli dichiara: la figlia di questo è destinata al figlio di quest’altro. Ancora prima di diventare qualcuno, sei già stato destinato a qualcuno. A creazione quasi ultimata, D-o disse non è bene che l’uomo stia da solo, gli farò un aiuto adeguato a lui. La donna comparve nell’universo maschile. E da quel giorno, nessun respiro, nessun battito di cuore, sarebbe potuto venire al mondo senza la collaborazione di ish e isha, uomo e donna, esseri così diversi costretti a incontrarsi.

Caro amore, il giorno dopo il matrimonio non ci sarà solo la forma della tua testa sul cuscino in stanza. Parlerai e non sarà solo l’eco a ripetere le tue parole. Camminerai e non ci sarà solo il rumore dei tuoi passi sul terreno. Sorriderai e non sarà una lastra di vetro a restituirti il sorriso. Il giorno dopo il matrimonio un pensiero diverso dal tuo ti costringerà a uscire da te stesso, un altro paio di occhi ti insegnerà a guardare oltre il tuo raggio visivo, altri passi ti insegneranno a camminare a un ritmo diverso dal tuo. A volte dovrai rallentare, perché lei sarà rimasta indietro, altre volte dovrai accelerare perché lei sarà già più avanti. Il giorno dopo il matrimonio, quando le luci si saranno spente e i fiori inizieranno ad appassire, quando il vestito bianco sarà tutto sgualcito e macchiato e le tue scarpe sporche e consumate dai balli, quando le celebrazioni saranno finite, lì inizierà la vera celebrazione, quella della vita. Di un domani che è possibile solo se uomo e donna procedono insieme, adattandosi l’uno al respiro dell’altro, di un futuro che esiste solo perché due persone così diverse riescono a uscire dai propri binari individuali e a costruire insieme un percorso comune. Caro Amore, il giorno dopo il matrimonio vi ritroverete voi due soli. Dovrai imparare a stare zitto quando avrai voglia di parlare, a parlare quando vorresti riposare. Dovrai assaggiare nuovi gusti, fingendo di apprezzarli quando proprio non ti piacciono. Dovrai sorridere a battute che non capirai, dovrai uscire quando sarai stanco e stare a casa quando magari avresti voluto uscire. Dovrai lavorare su te stesso, cambiare, modificare le tue abitudini, abbassarti, innalzarti, adeguarti a chi ti sta accanto. Questa è la condizione che D-o ha posto per perpetrare il genere umano. Uscire dal proprio io, dalla propria esistenza tranquilla e crescere insieme alla metà dell’anima che ci completa.

Auguri amore mio, che insieme possiate dare vita ad una costruzione eterna.

La tua mamma

Gheula Canarutto Nemni

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