Perché accendiamo queste candele ogni anno? mi domandi figlio mio.
Perché ripetiamo questo rituale e ogni giorno, per gli otto giorni di Chanukà, ci impuntiamo che ci sia una fiamma in più a danzare?
Figlio mio, quella di Chanukà non è solo una storia.
Quando i Maccabei sconfissero il nemico non andarono per le strade a brandire le proprie spade, come facevano tutti gli altri popoli. I Maccabei avevano altro da fare.
Corsero verso il Beth Hamikdash, il santuario, con un unico obiettivo in testa. Riaccendere la menorah, il candelabro a sette braccia. Non organizzarono banchetti e grandi celebrazioni, ma si misero alla ricerca frenetica di un’ampolla intatta, non dissacrata, per ridare vita con purezza assoluta, a quella luce.
Trovarono solo un’ampolla.
Che con le proprie forze continuò a resistere, a danzare e illuminare per otto ininterrotti giorni.
Noi ebrei siamo abituati a muoverci nel buio. Davanti a ogni nostro passo abbiamo sempre trovato un ostacolo, una sfida, una persecuzione, un nemico giurato.
Nulla però è mai riuscito a farci pensare ‘basta, mi arrendo’.
Figlio mio, non siamo venuti al mondo per osservare passivi ciò che accade intorno.
La nostra anima non è stata staccata dal trono celeste per subire gli eventi senza gridare.
D-o si è preso la briga di soffiare dentro a noi la Sua essenza per un solo motivo.
Perché noi possiamo.
Ognuno di noi è quella ampolla, ognuno di noi ha dentro di sé la forza di resistere, ognuno possiede dentro di sé la forza di illuminare.
Ognuno di noi è capace di inondare se stesso e il mondo che lo circonda, di positività e luce assoluta.
Figlio mio, quella di Chanukà è la storia ebraica che si ripete in ogni momento.
E’ la storia di una ragazza che, pur avendo perso il padre e il fratello due settimane prima in un attentato, non ha voluto darla vinta al nostro nemico.
Noi al male non concediamo tregua.
Da ogni caduta e battaglia ci siamo sempre rialzati.
E partendo dall’ultimo, fievole, raggio di luce rimasto, dalla fede che batte in ogni anima ebraica, alimentiamo una fiamma sempre più grande.
‘Non gioire mio nemico, perché sono caduto ma mi sono rialzato’, ha fatto scrivere la ragazza sul nuovo invito del suo matrimonio posticipato.
Figlio mio, ricordati.
Il popolo ebraico il buio lo acceca da sempre con luce infinita.
Chanuka sameach
Gheula Canarutto Nemni
Grazie Gheula, tanti tantissimi auguri.
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