femminismo

Un potere innegabile

By Ottobre 7, 20133 Comments

wife crown of her husband

 

 

 

 

 

 

Tutto inizia con un sonno profondo e una costola sottratta. L’uomo si sveglia senza una parte di sé da cui ha preso vita la compagna dei suoi giorni futuri.  Solo allora, dopo che si trova sdoppiato, gli viene ricordato che, a un certo punto del cammino, dovrà lasciarsi alle spalle il passato e creare insieme alla propria metà, un comune destino. La storia continua con un uomo di nome Abramo, il primo a proclamare l’unicità di D-o nel mondo e con sua moglie Sarah, una donna il cui livello di profezia, così dicono gli stessi maestri, è di gran lunga superiore a quello del proprio compagno. Ad Abramo D-o dice “in tutto ciò che ti dirà Sarah, ascolta la sua voce”, perché Sarah si è impuntata. Ha percepito, più di suo marito, che Isacco con le sue qualità sarebbe diventato un degno patriarca. E che Ismaele, con la sua influenza negativa, va allontanato. Arriva Rebecca che senza alcun tentennamento devia le benedizioni da Esaù a Giacobbe, ritenendo quest’ultimo più degno di tramandare ogni morale ed insegnamento. Da quel figlio nasce Yehudà, il cui destino viene travolto da una donna di nome Tamar. Con un sigillo, una corda e un bastone, Tamar fa capire in maniera estremamente pudica ed elegante che è lui, Yehudà, il padre dei figli che aspetta. E lo risparmia dalla vergogna. Yehudà, colpito dalla grandezza, saggezza e lungimiranza della donna, sentenzia “ ha più ragione di me”, questa signora vede più lontano persino di un capo tribù.  Nove generazioni dopo, dalla loro unione, uscirà David, il re della nostra nazione. Shlomo, Salomone, il suo diretto discendente, proclamerà che “una donna di valore è la corona del marito”, ponendo una pietra miliare per il femminismo futuro.  Viene la halachà e sancisce: un figlio è ebreo solo se nato da madre ebrea. E ora, ditemi voi, chi ancora pensa che l’ebraismo non dia abbastanza spazio, importanza e protagonismo alle donne?

Gheula Canarutto Nemni

3 Comments

  • giulitini ha detto:

    Sono felice di sentirti dire ciò. Mi sto avvicinando all’ebraismo con (e anche per) il mio ragazzo, ebreo.
    Ho iniziato a studiare ma sono ancora alle prime armi.. non mi sono mai considerata una femminista che vorrebbe porre le donne su un piano più elevato rispetto a quello degli uomini..ma come te vivo in un mondo in cui molti meccanismi sono mossi da logiche antiquate, che precludono il raggiungimento di quella parità (non eguaglianza!) a cui tanto spero arriveremo.
    Nel mio piccolo di ragazza 24 enne, quasi medico, all’inizio di una strada molto lunga come la conversione all’ebraismo, desiderosissima di avere un domani non troppo lontano la benedizione di ricevere figli col ragazzo che amo, cerco di dimostrare che si può e si deve essere donne, vivendo a pieno l’enorme dignità e potere che da ciò deriva.
    Sarei molto contenta se riuscissimo a tenerci in contatto virtuale.

    Giulia

  • Cara Giulia,
    La halacha’ e’ un insieme di regole molto complesse che hanno regolato e garantito la sopravvivenza del popolo ebraico. Si dice che se un tribunale (beth din) condannava a morte una persona in settant’anni veniva considerato un tribunale crudele. La torah ci è stata data in due pacchetti: quello scritto e quello orale. Ogni cosa che leggi nella bibbia ha non una ma mille interpretazioni diverse. E questo insegna a tutti noi a non fermarsi mai al piano letterale, all’ apparenza delle cose, a quello che il nostro cuore e i nostri occhi vorrebbero trasmetterci come un messaggio certo. L’ebraismo ci impone di fermarci, riflettere, analizzare tutte le angolature e solo dopo razionalizzare. E questo riguarda anche tutto quello che ha a che fare con ebraismo e donne. Sono una donna ebrea ortodossa e credo che da nessuna parte la donna venga rispettata e onorata come nel mondo ebraico. Basta informarsi da chi in questo mondo ci vive davvero…. Un grande abbraccio e sempre a tua disposizione Gheula

  • giulitini ha detto:

    Ciao Gheula, ho conosciuto solo oggi il tuo blog e lo trovo estremamente affascinante. Sono d’accordo su molte cose, su quanto alcuni dei pilastri dell’ebraismo siano donne e su quanto ciò la dica lunga sul loro ruolo nella religione…forse te che conosci queste cose più di me potrai aiutarmi a capire cose che mi sono ancora oscure. La storia che hai raccontato è molto bella, ma prima che Tamar dmostrasse la paternità dei suoi figli Yehudà e gli altri uomini erano pronti ad arderla. La halachà è piena di norme a dir poco “sbilanciate”, che talvolta trattano la donna come proprietà del marito. Non riesco a conciliare l’idea che tali norme risalgano a epoche in cui la donna valeva ovunque meno di nulla e quella che la halachà sia una fonte normativa non solo antica, anche odierna.
    Riguardo alla “trasmissione” dell’ebraicità per via materna..a volte mi chiedo, non sarà semplicemente una conseguenza del ben noto “mater sempre certa est”?
    Spero queste considerazioni non ti siano suonate provocatorie, sono solo domande a cui non riesco a dare risposta.
    Spero di avere presto una tua replica,
    Giulia

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