Se ti aspetti di trovarla lì, nel pensiero che il tuo cervello produce prima di andare a dormire, continua ad aspettare. Se credi possa risiedere qui, nelle frasi gridate in piazza, credilo pure. Se ritieni stia là, nei tuoi movimenti senza barriere formali, continua a illuderti. Ma quando guarderai indietro, nella storia del mondo, quando analizzerai fatti ed eventi, forse allora capirai. Se la possiedi davvero. Quella capacità di stare al di sopra di ogni diktat umano, di mantenere le distanze da imposizioni latenti, di non fare aderire il pensiero ai meccanismi sociali. Quell’eroismo che consiste nel non fare permeare, influenzare, invadere senza guerre, la propria esistenza, da parte del mondo esterno. Se vuoi sapere dove si nasconde, apri una Hagadà, quel libro colorato che ti hanno tramandato i tuoi avi da qualche millennio. Leggi alla voce storia ebraica. E lì la troverai. Sempre uguale a se stessa, al di là del tempo che passa. All’inizio i nostri avi erano dei servitori di idoli, dei seguaci di mode, persone che adattavano il proprio pensiero e azione alle correnti del mondo. Quando, ad un certo punto, D-o ci avvicinò al Suo servizio. Conducendoci dalla schiavitù verso la libertà, dalla oppressione alla redenzione, facendoci uscire dall’Egitto, paese in cui eravamo schiavi e portandoci davanti al monte Sinai, momento in cui diventammo Suoi servi. E di questo noi, ad ogni Pesach che ci concede, anno dopo anno, Lo ringraziamo. Di questa servitù che ci libera dal giogo del mondo, di queste regole che ci disappannano la mente, di questa matzà, questo pane azzimo, duro e spaccadenti, che nutre la nostra fede, mentre il mondo là fuori mangia pane morbido, pasta e focaccia lievitata per dodici ore. Leviamo il calice e Lo ringraziamo. Per averci insegnato a elaborare un pensiero diverso da ogni altra nazione, movimenti cerebrali in direzione opposta agli altri, bracciate indispensabili per nuotare controcorrente. Grazie a insegnamenti, a regole, a filosofie provenienti da Lui stesso, creatore dell’universo.
In ogni generazione dobbiamo sentirci come se stessimo uscendo dall’Egitto. Perché è in quel preciso momento che abbiamo capito in che pensieri, parole e azioni stia, la libertà, quella vera, del popolo ebraico.
Buona festa della Gheulà (libertà:))
Gheula Canarutto Nemni
Ecco un nome ched è tutta una benedizione! 🙂
Chag pesach sameach!