Al momento della nascita ogni individuo è leader di se stesso, a capo di un’istituzione importante chiamata persona e si è impegnati nella battaglia interiore tra le forze del bene e del malein modo che la propria pianta cresca il meglio possibile.
Poi il tempo passa e si mette su famiglia. Non è più tempo di pensare solo a se stessi, i propri rami crescono, i frutti maturano, nell’ordine delle proprie priorità entrano anche quelle degli altri. E poi magari si apre un business, un negozio, si diventa capi d’azienda, le priorità si allargano oltre alla propria sfera, i propri frutti danno vita ad altre entità.
E’ in questi passaggi dall’io al noi che emerge la vera leadership, quella che illumina e conferisce ad altri il potere di illuminare.
Il leader sa che la propria crescita è possibile solo grazie alla collaborazione con altre persone.
Un vero leader trae la forza da se stesso, da ciò che è, non dall’autorità che esercita e per questo motivo non teme di delegare, di conferire potere a terzi.
A differenza di un dittatore che usa gli individui per i propri scopi, ma quando diventano troppo abili, inizia a temere per il proprio potere, il vero leader spera che i propri collaboratori diventino a loro volta dei capi in grado di generare altri capi. Perché sa che solo così la crescita sarà inarrestabile.
La leadership del Rebbe è iniziata il 10 shvat del 1951, sei anni dopo la seconda guerra mondiale e la tragedia della shoà.
L’ebraismo europeo era incenerito e i rari sopravvissuti tentavano di nascondere la propria identità nel timore di un ennesimo risveglio del nemico.
Pochi giorni dopo il 10 di shvat, invece di chiudersi nei libri e approfittare della posizione privilegiata per dedicarsi completamente alla propria crescita intellettuale e spirituale, il Rebbe delega una coppia di giovani sposi a partire per il Marocco con lo scopo di risvegliare l’ebraismo e pianta il primo albero di un giardino che da allora non ha smesso di crescere.
Oggi non c’è posto al mondo senza una traccia della leadership del Rebbe.
A ogni coppia di chassidim che partiva per paesi lontani, diceva:
quando incontrerete un ebreo, raccontategli che il mondo è stato creato con lo scopo di essere trasformato nel giardino di D-o. Tirate fuori l’albero che c’è in lui in potenziale e fate in modo che cresca e dia i propri frutti. Che a loro volta daranno vita ad altre piante ed alberi, in una catena infinita di ispirazione e illuminazione.
Il Rebbe ha scritto intere pagine di storia ebraica.
E poi, da vero leader, non ha tenuto le pagine solo per sé. Ha aperto il libro e ha lasciato che le pagine volassero in giro per il mondo, diventando ognuna la prima pagina di una nuova storia ebraica di cui ogni ebreo scrive le prossime righe.
Carissima Gheula, aspettiamo un libro, condividi con il mondo sapienza e saggezza ebraica! Il 16/Gen/2019 07:05 PM, “Gheula Canarutto Nemni” ha scritto:
> Gheula Canarutto Nemni posted: “Al momento della nascita ogni individuo è > leader di se stesso, a capo di un’istituzione importante chiamata persona e > si è impegnati nella battaglia interiore tra le forze del bene e del malein > modo che la propria pianta cres” >