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La kippah degli ebrei è il simbolo del fallimento della democrazia

Pubblicato il | Ebraismo

Sembrava impossibile che accadesse di nuovo. 

Ci eravamo illusi che il passato fosse stato relegato per sempre alle storie dei nostri nonni, dei loro fratelli, dei pochi sopravvissuti. 

Invece questa settimana il governo tedesco ha ‘sconsigliato’ agli ebrei di indossare la kippah. 

A settant’anni dalla fine della shoà, la storia ritorna a bussare alla porta. 

Gli ebrei è meglio che si nascondano, gli ebrei dovrebbero mimetizzarsi. Anzi, meglio ancora. 

Gli ebrei dovrebbero assimilarsi. 

E’ caldamente suggerito che gli ebrei cerchino di non stuzzicare l’antisemitismo di coloro che incontrano, quella kippah sbandierata ai quattro venti potrebbe avere l’effetto scatenante come un drappo rosso agitato davanti agli occhi di un toro. 

Ebrei spogliatevi della vostra identità consiglia il governo democratico tedesco. 

Perché questa identità è troppo scomoda. 

Perché insegna in ogni momento quale è il posto vero dell’uomo e il valore reale del suo operato. 

Questo simbolo che noi ebrei ci ostiniamo a tenere in testa, nonostante rischiamo di ricevere sputi in faccia, urla antisemite e botte, rappresenta l’invito all’uomo di ricordarsi che, al di sopra di ciò che è in grado creare, inventare, generare, oltre al suo intelletto, al suo ego e superego, ci sta il Suo Creatore. 

Questo pezzo di stoffa, di velluto nero o colorato, è il limite che ogni individuo dovrebbe porsi, 

è la domanda a cui bisognerebbe regolarmente rispondere: 

essere umano, ma chi ti credi di essere? 

Eravamo convinti di avere ottenuto tutto, di avere trovato l’equilibrio perfetto. 

La democrazia, i valori, i principi, l’accoglienza. 

Ci siamo così tanto crogiolati nell’autocompiacimento per ciò che abbiamo creato, che ci siamo dimenticati di porre dei limiti, di creare un recinto per dire alt, al di là di questo non si può andare. 

La democrazia è stata sconfitta da una cosa chiamata democrazia. 

L’eccesso di democrazia ha portato la democrazia ad implodere su se stessa. 

La kippah insegna che non esiste cosa umana destinata a durare in eterno. Che ci sarà sempre un punto di rottura, qualcosa che si inceppa, anche in ciò che a noi appare perfetto. 

Non c’è forma di governo più consona all’essere umano della democrazia. Eppure anche questa sta iniziando a mostrare i propri effetti collaterali.

 La kippah è il simbolo della finitezza dell’uomo. Per questo dà fastidio a chi si vuole porre al posto di D-o, quello vero, che tutela la sacralità della vita, per questo disturba chi si arroga il diritto di decidere quale parte dell’umanità è superiore e merita di vivere. 

Noi che crediamo nell’uguaglianza di ogni essere umano di fronte a D-o e che continuiamo a insegnare da più di tremila anni che la grandezza dell’uomo sta nella sua capacità di porsi dei limiti e non nella sua innaturale illimitatezza, per amore dell’umanità e in nome della vera democrazia, non smetteremo di indossare la kippah per la strada.

Gheula Canarutto Nemni

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