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Il segreto per la felicità assoluta

Pubblicato il | Psicologia ed emozioni

Ieri avevamo un artigiano in casa che doveva farci dei lavoretti. Un uomo tutto d’un pezzo, di quelli di una volta. Durante la paura pranzo si è fermato a chiacchierare per qualche minuto, a raccontarmi come si vive nel piccolo paesino che lui e sua moglie si rifiutano di lasciare, dove la figlia esce di casa da sola a undici anni senza paura, dove i vicini ancora bussano alla porta per offrirti una torta.

‘Signora, mi perdoni se mi permetto di dirle questo,’ mi dice all’improvviso.

Il mio cuore sobbalza. Immagino danni irreparabili in casa, rubinetti persi per sempre, vernici introvabili e conseguenti muri dai colori variegati.

‘Quando sono andato fuori in balcone, sono passato per la vostra sala. E ho visto sua figlia’

Vedo davanti ai miei occhi mia figlia che urla arrabbiata al telefono con una sua amica, che litiga con il fratello. Lo guardo preoccupata.

‘Era lì, in piedi, che pregava. Cioè, signora, chi dei nostri ragazzi oggi si mette a pregare così, durante la settimana? Non ho mai visto un giovane che prende tempo della propria giornata per dedicarsi alla propria spiritualità, per aprire un libro di preghiera. E lei stava lì in piedi, con gli occhi puntati sul libro. Se dovessi fotografare la spiritualità e darle un volto, prenderei questa immagine come simbolo. Sono rimasto davvero molto, ma molto colpito’

‘La ringrazio’ gli dico e non nascondo la mia emozione. ‘Siamo così abituati al fatto che i nostri figli prendano un libro di preghiera e preghino, che forse non ce ne rendiamo nemmeno più conto. Quindi grazie per avermi fatto apprezzare ciò che possiedo. Mi ha fatto un regalo immenso’

Quando chiudo la porta dopo averlo salutato penso a quante cose perdiamo nella nostra vita perché ormai ci siamo abituati. Come saremmo felici e ci sentiremmo fortunati se solo fossimo in grado di allontanarci per un attimo dalla nostra realtà e vederla con gli occhi di qualcuno a cui mancano i pezzi che noi possediamo.

Ancora una volta mi risuona in testa il detto dei maestri: chi è ricco? Colui che si accontenta di ciò che possiede.

Gheula Canarutto Nemni

 

 

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