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La storia di un rabbino innamorato e Chanel n. 5

Pubblicato il | La relazione di coppia

E’ l’inverno del 1959. La seconda guerra mondiale è finita solo quindici anni prima. Una coppia di ebrei ortodossi arriva a Milano, lui ventisettenne, lei poco più giovane.

Raggiungete i vostri fratelli ebrei, andate dove potete e portate loro la Torah, il messaggio che D-o ha dato al popolo ebraico, sono le parole con le quali il Rebbe di Lubavitch, il rabbino che ha deciso di mandarli in Italia, li accompagnerà nella loro ‘missione’.

Rinforzare l’orgoglio e la conoscenza ebraica in Italia, paese duramente colpito dalla shoà, in cui non pochi ebrei volevano dimenticare le proprie origini, cancellando quel marchio che aveva portato la tragedia dell’olocausto.

I due ragazzi sono tra i primi del mondo a lasciare la sicurezza e la comodità dell’America per arrivare in un paese del quale non sanno minimamente la lingua e dove non conoscono nessuna persona.

Gli insegnamenti chassidici raccontano che l’unico modo in cui il figlio del re può avere successo e realizzarsi, è allontanandosi dal padre e dalla madre e affrontando le terre sconosciute solamente con le proprie forze, ricorda loro il Rebbe.

In pochi anni la giovane coppia, nonostante le innumerevoli porte che vengono loro chiuse in faccia, riesce ad aprire una scuola, delle sinagoghe, ad organizzare campeggi estivi e lezioni per gli adulti.
A New York, ad ogni riunione chassidica, il Rebbe fa dei grandi lechaim e benedizioni per Rav Garelik e sua moglie Bessie.

Rav Garelik quando può vola oltreoceano per attingere energia alla propria fonte spirituale.
Cosa hai comprato per tua moglie?
Gli domandò una volta il Rebbe.
Il giovane Rav Garelik fece capire di non avere preso nulla. Comprale un profumo, gli suggerì il Rebbe.
E da allora la moglie profumò di Chanel n.5., che per noi studenti non era un semplice profumo, ma Il Profumo, profumo d’amore, di un marito che a ogni viaggio pensava alla moglie, la mia maestra.

Un giorno Rav Garelik mi telefonò, avevo 24 anni.
Sto raccogliendo dei fondi per una cosa importante.
So che mi puoi aiutare.
La prego, la aiuto in tutto ma non mi faccia chiedere soldi alla gente, gli dissi.
Lo sentii sorridere al telefono.
Allora, forse è proprio questo che devi fare.

Rav Garelik da ieri non è più qui in terra. In Cielo si saranno sicuramente spalancati i cancelli per accogliere quel giovane chassid russo che si buttò all’inizio della propria vita nella immensa sfida di riaccendere la fiamma ebraica in Italia, un posto che sembrava ormai quasi spento e che invece lui e sua moglie con il loro spirito di dedizione hanno riacceso, insegnando che l’ebraismo è speranza, gioia, futuro ed eternità.

Ogni volta che sento nell’aria Chanel n.5 penso alla mia maestra e a lui, il marito romantico per eccellenza.
E questo profumo assume la forma di un messaggio di fede, di capacità di credere nelle proprie forze, di non lasciarsi abbattere da ciò che non conosciamo e dagli ostacoli che incontriamo, di non smettere di sognare.
E soprattutto mi ricorda ogni volta di nuovo, una grande lezione di vita. Che insieme, quando ci si vuole bene e ci si rispetta, tutto, ma proprio tutto, è realizzabile.

Gheula Canarutto Nemni

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