celebrazioniebraismo

Yom Kippur. Questa è l’essenza di ogni ebreo

By Settembre 20, 2015No Comments

Schermata 2015-09-20 alle 15.45.24Eccomi di nuovo davanti a Te, come ogni anno.

Per l’ennesima volta i miei passi mi hanno portato qui dentro, in questo momento.

Nella mia testa ronzano quei propositi che avevo preso tra le lacrime dodici mesi fa, in un istante identico, e lentamente si sono volatilizzati tra i mille impegni.

Ripenso alle mizvoth che avevo promesso di osservare, all’amore e il timore per Te che, nel mio cuore, avevo assunto l’impegno di risvegliare, al lavoro intellettuale che avevo assicurato di iniziare.

Ce l’ho messa tutta.

Beh, almeno in parte.

Forse lo sforzo da parte mia avrebbe dovuto essere più grande. Mi , crederai se Ti dico che, nonostante non Te l’abbia molto dimostrato, il mio amore per Te non è mai cambiato?

Figlio mio, tutto l’anno osservo le tue azioni. Un tuo piccolo gesto per Me ha un enorme significato. Ogni giorno attendo con ansia le tue dimostrazioni d’amore,  gli attimi di studio che ti ritagli.
Ma oggi, nel giorno di Kipur, non è su questi che mi concentro.

Oggi sono qui per ricordarti che il nostro legame va al di là di tutto questo.

Durante l’anno ti chiedo diversi gesti.

Oggi Io e te, a prescindere da ogni pensiero, parola e azione del tuo passato, siamo un’unica entità, un’unica manifestazione.

Perché oggi non sei tu a essere al mio cospetto.

È’ la tua Yechida, quella parte dell’anima che ci lega al di là di ogni cosa. È lei che si risveglia in questo momento, è lei che mi è venuta a cercare.

Chiudi gli occhi e lasciala parlare.

Ti racconterà di un’essenza incorruttibile anche nell’ebreo più lontano. Ti spiegherà perché i tuoi passi ti portano in sinagoga a kipur ogni anno.

Incidilo nel tuo cuore e non lo dimenticare.

Come mi senti vicino ora, così potrai bussare alla mia porta e, in qualsiasi momento, ritornare.

Papà, D-o, aspetta, ti prego. Non te ne andare.

Sei tu, figlio mio, che sparisci ogni tanto, che ti dimentichi di Me e intraprendi strade lontane.

Papà, come posso ritrovarti quando mi sembrerà di averti perso?

Domandarono alla chochma, all’intelligenza, cosa bisognerebbe fare con chi ha peccato. La chochma rispose.  Merita di ricevere il male.

Domandarono alla profezia cosa bisognerebbe fare con chi da D-o si è allontanato. La profezia rispose. Merita la morte.

Domandarono alla Torá cosa dovrebbe fare chi ha peccato. La Torá rispose. Porti un sacrificio.

Domandarono a D-o cosa dovrebbe fare chi ha cercato di allontanarsi da Lui. E D-o rispose. Faccia teshuva. Ritorni a me con tutto il suo cuore.

La Mia porta, è vero, si spalanca a Yom kipur. Ma durante l’anno non è mai chiusa.

Gmar chatimá tová
Gheula Canarutto Nemni

Leave a Reply