Come salvarsi dall'epidemia che ci sta inondando?
Siamo potenti. Siamo in grado di arrivare sulla luna, di fare viaggiare immagini e video tra un continente e l’altro in un nanosecondo. La scienza sta facendo passi da gigante. Operiamo con braccia computerizzate, visualizziamo i moti delle onde celebrali durante la veglia e il riposo, la tristezza e la gioia. Il cervello umano sta arrivando a scoprire, a modificare e programmare ogni minimo dettaglio del presente e del futuro.
Siamo quasi invincibili, possiamo accendere il forno della cucina di Milano in remoto da New York o Melbourne.
Abbiamo quasi tutto sotto il nostro controllo.
La natura, il tempo, lo spazio.
Ma in tutta questa corsa abbiamo trascurato la necessità umana di sottomettersi a una Forza Superiore, a Qualcosa che ci ricordi che sì, siamo grandi, ma abbiamo ancora tanto da migliorare, che sì, siamo super intelligenti e capaci ma se poi lasciamo indietro nella corsa tanti individui, la nostra corsa perde punti già in partenza.
Abbiamo coltivato denaro invece di affetti, programmato l’uomo come se fosse una macchina dimenticando che questo uomo è fatto sì di corpo, ma anche di anima.
Ai tempi di Noè, D-o mandò un diluvio. Questo uomo che aveva creato si era spinto oltre tutti i limiti umanamente e spiritualmente concessi. Ognuno pensava solo a se stesso, la legge veniva applicata ad personam.
L’uomo si riteneva invincibile e il proprio interesse era al di sopra di ogni altra cosa.
Noè si rinchiuse in un’arca con la propria famiglia come D-o gli aveva comandato e ci rimase dentro per quasi un anno intero. Si occupò dei suoi figli, degli animali che stava portando in salvo, mentre il mondo veniva sommerso dall’acqua.
Dentro all’intimità dell’arca, una casa galleggiante, venivano portati in salvo i principi e i valori dai quali ricostruire le basi dell’intera umanità.
Ogni tanto D-o manda dei diluvi nel mondo. Momenti di crisi in cui per salvarci dobbiamo rinchiuderci in casa con i nostri cari e aspettare che le acque si plachino.
Perché solo isolati da ciò che ci travolge là fuori e dalle correnti di pensiero che cercano di impossessarsi della nostra essenza, riusciremo a ricostruire le basi del nostro mondo, materiale e spirituale.
Quando la colomba ritornò da Noè con un ramo di olivo in bocca, Noè capì che il mondo stava ricominciando a rinascere. Le foglie di olivo hanno un sapore amaro. Rashi spiega che la colomba stava mandando un messaggio: meglio essere nutriti da D-o con del cibo che possiede un gusto amaro piuttosto che il gusto apparentemente dolce e più facilmente raggiungibile di ciò che arriva dagli esseri umani.
Per ricostruire il mondo dobbiamo imparare a guardare dentro di noi, nella nostra spiritualità, nella nostra famiglia, nei valori che ci ha insegnato D-o. E anche se questo è difficile, anche se mantenere un pensiero indipendente è duro, amaro e faticoso, questo è il motivo per il quale siamo venuti al mondo.
Resistere alle correnti esterne e camminare a testa alta fieri di sapere e fare sapere che è D-o e non noi, il padrone del mondo.
Gheula Canarutto Nemni