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Quando l’ebraismo insegna a curare il mondo con la prevenzione

Pubblicato il | La Bibbia e noi

Quando comprerai una casa nuova, costruirai una recinzione sul tuo tetto, dice la Torah. Questo è il mese del pentimento per noi ebrei. Un mese di analisi di coscienza, di assunzioni di consapevolezza.

Giorni in cui ci guardiamo allo specchio e ci domandiamo se siamo fieri di ciò che vediamo o se invece ci vergogniamo.

Il calendario ebraico è costellato di momenti felici intercalati a attimi di introspezione.

La felicità, ci dice D-o, può arrivare quando sai a che punto stai con te stesso, quando ti rendi conto in che modo sei riuscito a sfruttare il tempo che ti è stato concesso.

C’è sempre spazio per l’errore, D-o sa che non siamo perfetti ma inseriti in un percorso di miglioramento perpetuo. Lo sbaglio fa parte del DNA umano come le cellule e gli organi del corpo.

Quando ci pentiamo davvero, quando ci ritroviamo nella stessa identica situazione nella quale in passato abbiamo sbagliato e non ripetiamo più lo stesso errore, lì viene suggellato il nostro perdono.

Però, domanda D-o, fate attenzione.

E ci insegna che se compriamo una casa nuova la prima cosa da fare è mettere in sicurezza il tetto in modo che nessuno possa cadere.

Se non metti una recinzione le persone cadranno, dice la Torah. 100%, senza ombra di dubbio, senza una attività preventiva, ci saranno dei grossi danni.

Allora è vero che D-o aspetta sempre il nostro pentimento ma si aspetta da noi anche un po’ di attenzione, un atteggiamento di allerta attiva, vuole da noi la prevenzione.

Prima di agire, pensiamo alle conseguenze che il nostro comportamento potrebbe avere.

Prima di parlare, immaginiamo come giungeranno le nostre parole al cuore dell’ascoltatore.

La nostra vita è come una lunga esercitazione in cui dobbiamo pensare a tutti gli scenari possibili prima di mutare il corso delle cose.

Non è facile, è un lungo percorso ad ostacoli.

Lefum zaara agra, dice un detto dei nostri maestri, la ricompensa arriva proporzionalmente allo sforzo compiuto.

E ogni sforzo umano verso un giorno migliore è un raggio di luce che irradia dall’inizio alla fine del mondo.

Gheula Canarutto Nemni

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